Nelle librerie 1975 l’ultimo romanzo di Niklas Nat och Dag, ecco perché leggere la trilogia di Stoccolma
Dopo averla incontrata sulle pagine di un libro sarà molto difficile perderla di vista. Stiamo parlando della penna di Niklas Nat och Dag, autore esordiente di 1793 miglior romanzo della letteratura gialla svedese nel 2017. La coinvolgente trilogia di Stoccolma, edita da Einaudi, si dovrebbe completare dopo 1974 (2019), con 1975 uscito ora anche in Italia.
L’autore, che appartiene a una nobile famiglia ormai decaduta dell’aristocrazia svedese, sostiene quanto le fonti storiche siano state determinanti se non del tutto illuminanti. A tali matrici è dovuta la delineazione del carattere e dei fatti compiuti da alcuni personaggi che Niklas Nat och Dag ha sapientemente mescolato con brillante fantasia. L’entusiasmo della critica è una delle tante conferme che a parer mio vedrebbero questo thriller storico il corposo materiale per una sceneggiatura più che perfetta.

Immagini crude sullo sfondo di una Svezia del fine 700
Siamo a Stoccolma nel XVIII secolo e il potente Gustavo III viene assassinato. Il figlio successore è ancora troppo giovane e in sua vece lo zio si adopera per governare ma solo in apparenza. È lord Gustaf Adolf Reuterholm, antagonista del defunto re assolutista e fautore dell’impoverimento a causa della guerra con la Russia, a guidare il paese. In questo precario e indebolito contesto storico e con la popolazione ormai stremata, l’illuminato procuratore Cecil Winge con l’aiuto di Mickel Cardell, un il corpulento ex combattente privato del braccio sinistro, ha il compito di risolvere un delitto. Un corpo orrendamente mutilato è ripescato nel Fatburen il lago melmoso dove i “macellai buttano i loro scarti”.
Investigazioni tra storie di vite maltrattate e malattia mentale, 1973 un poliziesco a tutti gli effetti
Niklas Nat och Dag racconta con una descrizione particolareggiata immagini crude sullo sfondo di una Svezia antica. Nulla è lasciato al caso. Il lettore penetra i colori cupi delle strade fangose e dei cenciosi ubriaconi nelle taverne, dei bordelli che tingono tutto il racconto. I personaggi sono sapientemente definiti in un ambiente che lascia assai poche speranze ai più deboli e dove “l’Hamburg è l’ultima sosta dei condannati a morte prima che il carro li porti alla forca”. Insomma i colpi di scena non si fanno attendere in questo thriller convincente e coinvolgente che consiglio assolutamente di leggere.